C’era una volta la Costa Smeralda...
Inizia così la storia d’amore più romantica del Mediterraneo, che trasformò una terra selvaggia e di straordinaria bellezza, in leggenda. Oggi la Costa Smeralda è l’ espressione dell’isola che la ospita. Un progetto visionario che celebra la Sardegna in tutte le sue forme: la sua natura, la sua storia, la sua architettura.
Estesa per 3114 ettari, per il 96% è verde, libera e incontaminata. Nel restante 4%, è l’emblema di uno stile di architettura unico nel suo genere, in cui emerge con fierezza l’isola, con richiami architettonici ai nuraghi, alle domus de janas, alle conche, agli stazzi. Un museo a cielo aperto sugli stili della Sardegna nuragica, fenicia, romana, bizantina, giudicale, aragonese, spagnola, còrsa.
“Per la Costa Smeralda vogliamo prendere tutto ciò che possiamo di autenticamente sardo” disse fin da subito il principe Karim Aga Khan alla BBC. A tal proposito, venne fondato il “Comitato di Architettura”, chiamato a creare uno stile distintivo e a farlo rispettare per sempre. Improntato sul modello delle Accademie francesi, nel Comitato hanno espresso il loro genio alcuni dei migliori architetti internazionali dell’epoca: Jacques Couëlle, Michele Busiri Vici, Luigi Vietti, Raymond Martin, il sardo Antoni Simon Mossa.
Furono banditi gli angoli retti e moltiplicate le curve. Perché “hanno origine nelle forme nuragiche e nelle primitive case dell’isola” spiegò Busiri Vici. “Studiare l’architettura spontanea dei luoghi vuole dire capire la natura dei luoghi stessi, il loro carattere e il carattere della gente che li abita” disse l’architetto Vietti, creatore di Porto Cervo. Una linea architettonica, più linee filosofiche. In Costa Smeralda si sono sviluppate più scuole di pensiero perfettamente integrate. Quella di Busiri Vici e Simon Mossa, che prediligevano costruzioni di colore bianco, ispirate ai candidi stazzi della Gallura, ai patii del Campidano, alle ville della Costa Brava…Straordinari esempi di questa architettura mediterranea, o neo-mediterranea, sono la chiesa di Stella Maris a Porto Cervo, l’hotel Romazzino, l’hotel Luci di la Muntagna, la villa di Bettina a Liscia di Vacca, la villa di Dolores Guinnes a Cala di Volpe. Couëlle e Vietti, invece preferivano un’architettura mimetica, facendo riferimento agli stazzi più antichi (senza intonaco bianco sulla facciata), i nuraghi, le conche, le domus de janas. Un magnifico esempio di questo stile e di quello chiamato ambientismo, è l’hotel Pitrizza, costruito come fosse uno stazzo antico, o un nuraghe, con i blocchi squadrati di granito, incavato nel terreno, ricoperto dall’erba. “Amo molto la mia casa di Porto Cervo (e per affinità l’albergo Pitrizza) come esempio di mimetismo con il paesaggio. È un tipo di costruzione che bisogna cercare, indovinare, scoprire” disse Vietti. Un altro esempio mirabile di quest’architettura è Villa La Grotta ad Abbiadori, disegnata da Couëlle e inserita in una conca, le finestre con la forma dell’ingresso delle domus de janas. “L’animale vuole vedere il nemico, noi il paesaggio” – spiegò Couëlle. Il paesaggio circostante è anche il motivo che spinse a costruire la piazzetta del borgo di Porto Cervo sopraelevata. “Questo perché – disse il suo creatore, Vietti – “si potesse godere del magnifico panorama della baia ”. Anche l’hotel Cala di Volpe fu sviluppato per esaltare la natura circostante: archi, porticati e torrette ad incorniciare il panorama esterno, colori pastello e linee morbide per donare un tocco surreale, un pontile in legno a cingere la baia che lo accoglie. Fu disegnato da Couëlle per far sognare da fuori, per creare passione, intimità, amore da dentro. Tanto che le prime seggiole furono pensate con lo schienale dritto e senza braccioli, “così l’equilibrio si raggiunge solo avvicinandosi gli uni agli altri, il mio è un trucco erotico” disse Couëlle. Un luogo senza tempo, un luogo unico al mondo, dove tutto sapeva e sa di Sardegna. Così oggi, come allora, anche dopo la terza fase di restyling, l’Hotel Cala di Volpe è un inno all’unicità di questa straordinaria Isola. Perché la Costa Smeralda è Sardegna, sebbene unica, inimitabile e in continua trasformazione.